mercoledì 20 dicembre 2017

Se mi vuoi (dimmi dove sei)

Buona sera amici, 
Natale è alle porte e regalare qualcosa di bello, d'importante è sempre più difficile. 
La gente ha sempre meno soldi e tutti hanno tutto o quasi. 
Io, se riesco, cerco di regalare emozioni, quando apro un regalo di natale vorrei stupirmi, vorrei sorridere, vorrei trovare qualcosa che mi apra il cuore... una cosa di poco valore magari ma scelta con gusto, con passione. 
Bene oggi mi permetto di darvi un consiglio. Cercate il cofanetto di PINO DANIELE "QUANDO", contine un Film documentario in DVD e be 6 CD rimasterizzati direttamente dai nastri originali, prezzo 50 euro c.a.

Tra le centinaia di canzoni ho scelto questa, poco trasmessa dalle radio ma a noi non importa vero? Radio Poggiolo non è una radio normale e quindi facciamo come vogliamo!
... se domani piove 
vedrai che ci sarà 
un angolo di sole 
dove qualcuno ti parlerà...

Adesso avete un'idea in più per Natale, mi raccomando non cercate di stupire le persone care con oggetti strani e costosi. Cercate tra le cose semplici, non preoccupatevi se la cifra è modesta, il valore di un regalo non è determinato dal prezzo. 
Io adoro le penne, la musica, i romanzi storici e gli orologi ... purtroppo ai miei "cari" queste mie passioni sono sempre state invisibili.
Volete un esempio? Malgrado io sia da sempre completamente astemio, qualcuno continua ancora ad offrirmi del vino. 
Ok ... ho capito, mi faccio gli affari miei, regalate quello che vi pare, anche il nulla può essere un'ottima scelta.

Buon ascolto e Buon Natale !



TITOLO: Se mi vuoi dimmi dove sei
CANTANTE: Pino Daniele
ALBUM: Quando
ANNO: 2017
CASA DISCOGRAFICA: WM Italia



martedì 19 dicembre 2017

Signora Bovary

Buona sera amici, 
questa volta userò un modo insolito per presentarvi questa canzone.
Partirò da un libro, dal famoso romanzo di Gustave Flaubert del 1856:
 "Mad
ame Bovary" o semplicemente da Emma.
Un libro che bisognerebbe leggere tre volte nella vita per capirne tutte le sfumature, come del resto tutti i libri del mondo.
La prima volta spesso leggiamo su ordinazione, magari durante l'adolescenza, la seconda volta per curiosità e la terza per il gusto di farlo. 
La storia tormentata di una donna infelice, attratta da un mondo finto, arrivato a lei solo tramite romanzi di basso livello letti in qualche circolo per donne annoiate.
Questa passione per le favole, questo morboso desiderio di rendere "sogni realtà" porterà Emma verso il baratro. Il suo desiderio d'incontrare un principe azzurro che la salvi dallo squallore del noioso quotidiano, la spingerà a trascurare persino la sua unica figlia. 
Vi citerò solo una passo tratto dal libro che vi farà capire subito di chi stiamo parlando:

- Una donna, invece, è continuamente impedita. 
Inerte e flessibile nello stesso tempo, ha contro di sé le debolezze della carne e i dettami delle leggi. 
La sua volontà, come il velo del cappello, trattenuto da un cordone, palpita a tutti i venti; 
per ogni desiderio che alletta, v'è una convenienza che trattiene.

Bene chi meglio di Guccini avrebbe potuto illustrarci, con 3 minuti di canzone, il mondo di questa donna. Le sue parole, come sempre, sono spettacolo. Il cantautore Modenese riesce sempre a proiettarmi dentro le sue storie.




Titolo: Madame Bovary
Prima pubblicazione: 15 dicembre 1856
Autore: Gustave Flaubert
Lingua originale: Lingua francese

Note: alla sua prima uscita il libro fu ritirato dal mercato in quanto considerato sconcio, immorale e osceno.
Flaubert nel 1857 venne addirittura processato , ma fu grazie a questo processo che lo scrittore divenne famoso e il suo romanzo in poco tempo ebbe un successo enorme. in pochi giorni le stampe furono esaurite.
Non male per quei tempi. 


TITOLO: Signora Bovary
CANTANTE: Francesco Guccini 
ANNO: 1987
ALBUM: Signora Bovary
CASA DISCOGRAFICA: EMI











venerdì 1 dicembre 2017

Quando non ci sarai


Amici tra poco è Natale, fuori è buio e fa finalmente freddo: tanto per chi dovrà passare tutta la notte fuori, piacevole per chi rimarrà a casa al calduccio. 

Se devo essere sincero quest'anno vorrei "passare" cioè vorrei saltare questo Natale, vorrei evitare addobbi e alberi in finto Abete. 

E' stato un anno da dimenticare e purtroppo non è ancora finito, quindi meglio sarebbe ignorare la sua dipartita, rimboccarsi il bavero e proseguire in fretta, giusto?

No, infatti non sarà cosi, mia figlia ha ancora desiderio di luci colorate, noccioline, torrone e mandarini. Io invece ho bisogno della sua luce! 
Per questo post ho scelto una canzone che parla d'amore, quello irreale, assoluto, inesistente come la nebbia (tutti la vedono ma nessuno può afferrarla). Questa canzone l'ho scelta perché il Natale lo sfiora, lo accarezza tra le note senza renderlo protagonista. Nella storia che Fabio ci racconta forse qualcuno ci può trovare la purezza dell'inizio, la genuinità del "tutto può ancora diventare" ... a me semplicemente, emoziona. Delle volte può capitare d'incontrare un amore quando ormai non possiamo più averlo, soprattutto se a portarcelo via non è un altro uomo ma una terribile malattia. 
Fabio Concato non piace a tutti, è un cantautore particolare, unico. Me lo fece conoscere Mauro (Amico di Poggiolo) durante una serata a casa sua. Mi piacque subito tanto da diventare uno dei miei preferiti, indispensabile soprattutto quando la mia testa prendere fuoco ... lui è un valido pompiere.
Il tempo stringe, tra poco devo indossare quella specie di divisa e quindi non voglio perdere tempo e rischiare di non pubblicare questo post.

Bene .. adesso sono proprio al limite ... vaiii 
Ciao a tutti e mi raccomando: buona notte!


Il mio amico MAURO
con GIANNI

Amici d'infanzia, amici di Via Poggiolo
TITOLO: Quando non ci sarai
CANTANTE: Fabio Concato
ANNO: 1992
ALBUM: In viaggio
CASA DISCOGRAFICA: Mercury/PolyGram


NOTE: tra i musicisti che hanno collaborato a questo album spiccano i nomi di Vince Tempera (tastiera e pianoforte),
Ellade Bandini (batteria). Nell'album solo una canzone non è firmata da Fabio Concato: Canzone di Laura scritta da Pino Daniele.




Milano a Natale 



Quando non ci sarai - video

sabato 21 ottobre 2017

Donna amante mia

Ultimamente mi è capitato di vedere un vecchio video e allora ho pensato di condividerlo con voi, amici di Radio Poggiolo.
Correva l'anno 1974 quando un giovane cantante torinese, trapiantato a Milano, si affaccia nel panorama musicale italiano. Un chitarrista solitario, con una voce particolare ... un predestinato. I suoi testi sono stati spesso un po confusi e magari sgrammaticati, ma forse proprio per questo hanno fatto breccia nel cuore delle persone. In fondo il mercato discografico dipendeva dal famoso "ceto medio". 
Quando usciva questo singolo (45 giri) io avevo solo 6 anni, mi ero appena trasferito da via G.Pascoli a Via Poggiolo.
Non avevo ancora amici, ma ero felice. Avevamo un grande piazzale dove giocare e girare con la bici e poi la scuola.
Ricordo tutto della scuola elementare: il profumo della cartella in pelle marrone, il grembiulino azzurro con il colletto bianco di cotone e il grande fiocco sotto al mento. Ricordo il profumo dei quaderni nuovi, dei colori e soprattutto il bacio della mamma prima di uscire di casa.
Ho molti ricordi delle elementari, ricordi piacevoli ... ma non vorrei dilungarmi troppo su questo. 
Torniamo alla canzone: mia sorella aveva 16 anni, era giustamente travolta da una pioggia ormonale non indifferente. La fine delle medie, l'inizio delle superiori ... sarò bella? Sarò brutta? Le mie gambe saranno abbastanza diritte? Mamma! non mi entrano i pantaloni! Ci credo erano strettissimi, la osservavo spesso sdraiarsi nel letto e combattere con la cerniera che non ne voleva sapere di chiudersi. Perché alle ragazze piace soffrire così? Me lo sono domandato spesso.
Ho detto più volte che la sua musica è stata la mia prima musica. Dalla sua stanza uscivano suoni dei Cugini di Campagna, del Collage, di Battisti, Bennato, Pupo, Nino D'Angelo ... insomma usciva di tutto. Tra il "tutto" usciva anche questo cantante: Umberto Tozzi, un capellone pelo-rosso che strimpellava canzoni, a volte sdolcinate a volte disperate. 
Il video che vi propongo è riferito proprio al suo primo disco in studio, naturalmente l'audio è fuori "Sincro" ma che importa, allora era tutto molto più semplice, l'imperfetto aveva il suo fascino; forse perché quella generazione aveva ancora la speranza di poter migliorare, e vivere con la speranza di un possibile mondo migliore AIUTA.

Buon ascolto 
Mi rivolgo alle 4 o 5 persone che seguono questa radio: non mollate, anche una formica può strozzare un elefante, dipende tutto dal tempo che ha (forse era una barzelletta).


Questa è una mia rarissima foto delle elementari.
Mi mancava qualche dentino lo so, pensate che per quelli ancora devo ricevere i miei soldini.
Un giorno arriveranno con gli interessi ... spero siano in valuta corrente.
Notate che Il grembiulino è nero senza fiocco vero?
Ma era il 78, eravamo in piena rivoluzione studentesca!

TITOLO: Donna amante mia
CANTANTE: Umberto Tozzi 
ANNO: 1976
CASA DISCOGRAFICA: CGD
ALBUM: Donna amante mia

Questo album è il primo registrato in studio, nel 1973 aveva già inciso un 45 giri dal titolo "strada bianca". 
Inutile soffermarmi sulla sua carriera, sui suoi problemi personali, posso solo sottolineare che Umberto ha venduto 80 milioni di dischi e che gli anni 80 sono stati per lui gli anni migliori. 
Nel 1988 ha avuto l'onore di essere chiamato a suonare al mitico Royal Albert Hall, in quel periodo ottenne anche il disco di platino.
Alcuni suoi brani, ancora oggi stanno facendo il giro del mondo: soprattutto GLORIA e TI AMO.








martedì 12 settembre 2017

Lo stambecco ferito

Buonasera amici, oggi vi racconto una canzone.
Bisogna naturalmente andare indietro nel tempo, bisogna, come sempre, ritornare a Poggiolo.
Erano i primi anni 80 quando qualcuno mi regala un oggetto meraviglioso e raro per quel periodo: un lettore cd da tavolo e portatile Philips D 6800/22. Tutti andavano in giro con il classico walkman, una decina di musicassette e una matita per avvolgere il nastro. A dire il vero non sono mai riuscito a fare molti km con il mio attrezzo, ci andavano ben 6 pile stilo che si consumavano alla velocità della luce. Poi non era facile trovare CD a buon prezzo.
Uno veramente riuscii a trovarlo, si trattava di Lilly, Antonello Venditti in qualità DDD. Qualcuno sa di cosa sto parlando, ma lasciamo i dati puramente tecnici per immergerci nella profondità della mia poltrona marrone in finta pelle.
Quando per la prima volta indossai le mie cuffie stereo e cliccai sul tastino Play, la perfezione del suono mi sconvolse. Riuscivo a distinguere molti strumenti, molti particolari che il mio scarso giradischi mi aveva sempre tenuto nascosto.
Per un lungo periodo di tempo la mia concentrazione era indirizzata soprattutto a quello, alla goduria del suono ma poi, piano piano, traccia dopo traccia Antonello mi ha battuto sulla spalla quasi come a dire: ehi ci sono pure le parole sai?
Certo caro Antonello, o Lello se preferisci ... alcune canzoni le conoscevo già come la stessa Lilly o Compagno di scuola. Erano tutte interessanti, capii velocemente che ogni testo non finiva dopo 4 minuti, ti rimbombava nella testa come un vento rivoluzionario che vuole sfondare la porta della tua adolescenza per portarti in piazza con una bandiera rossa e un pugno alzato verso il cielo. Già, ma io che ne potevo sapere di rivoluzione, di proletariato, di lotte polverose in piazza, di manganelli e sirene che squarciano i silenzi del mattino. Appena studente, con la testa piena di voglie primordiali che esigevano la priorità su tutta la mia mente.
Malgrado questo, malgrado la mia ignoranza, rimasi colpito dalla canzone più difficile da comprendere, la più dura.
Non lo so perché ma ne rimasi affascinato, la vivevo come un film, come un racconto di un saggio.
La immaginavo frame dopo frame, riuscivo a sentire persino gli odori.
Non vi nascondo che ci ho messo anni per apprezzarla a pieno, perché? Perché forse non era il momento. Allora cosa fu? Chiamatelo istinto, qualcosa che viene da dentro. Un po come fare l'amore, forse da ragazzi ne abbiamo fatto tanto ma è solo dopo che riusciamo a goderne pienamente  le sfumature e molto spesso una vita non basta
Siete curiosi di sapere qual è, vero? No? Non importa a questo punto devo svelarla ugualmente. Si tratta della traccia 6,  "lo stambecco ferito".
Ad ispirare questa canzone fu la storia di Felice Riva, rampollo arrivista degli anni sessanta. Il classico figlio di papà che brucia le tappe e tutto ciò che gli capita fra le mani. Dopo che il padre gli lascia le redini del suo impero lui esplode e sale vorticosamente la cima, diventando uno degli industriali più in vista di quel periodo. Aveva fabbriche, giornali, ed alto; migliaia di famiglie vivevano grazie alle sue industrie.
Ma la sua vita non fu così limpida e cristallina, un crack dopo l'altro, un disastro dopo l'altro lo costrinsero alla fuga a Beirut, inseguito inutilmente dalla Guardia di Finanza raggiunse il Libano dove, alla faccia dei poveri operai in disgrazia, visse una vita nel lusso, con figli a destra e a manca fino al 1982, quando scoppiò la guerra in Libano. Insomma niente di nuovo.
Bene in questa canzone Venditti parla di un bracconiere che da la caccia ad uno stambecco ferito.
Felice Riva rappresenta quello stambecco e il bracconiere rappresenta l'anima proletaria in cerca di vendetta. La polizia che lo insegue naturalmente raffigura lo Stato Italiano.
Questa canzone termina con un assolo (meraviglioso) di Piano intitolato "La morte del bracconiere" praticamente una canzone dentro la canzone, una storia dentro un'altra storia.
Il finale non è chiaro, lascia molto amaro in bocca, un sapore di piombo e sangue. Lo stesso sapore che impregnò gli anni 70.
Se c'è un cantante che può farti vivere quel periodo è proprio lui: Antonello Venditti, con la sua musica, con i suoi testi e soprattutto con la sua ineguagliabile voce crea un mondo da vivere, o meglio da rivivere.
Vi invito all'ascolto, iniziate la vostra caccia, oppure, se lo preferite iniziate a correre, chissà ... se non verrete catturati o uccisi potrebbe aspettarvi una vita da Re!

Nella foto la copertina dell'album, del mio Philips e di me .. qualche anno fa.
Grazie per l'attenzione e buon ascolto

Paolo 






TITOLO: Lo stambecco ferito
CANTANTE: Antonello Venditti 
ALBUM: Lilly 
ANNO: 1975
CASA DISCOGRAFICA: RCA italiana
NOTE: testi e musica di Antonello Venditti








mercoledì 6 settembre 2017

Dimmi che ci sei

Buonasera cari amici,
sto mettendo a posti i miei cd. li prendo, li pulisco, li apro, sfoglio le poche pagine all'interno e ne annuso il profumo.
Certo non è come il vinile ma l'odore che cerco non è nel presente, ma negli archivi della mia memoria. 
Mentre faccio questo mi piacerebbe riscoltarli... uno ad uno, traccia dopo traccia, ma non ho tempo, non ho voglia ... allora ne prendo uno a caso e lo inserisco nel lettore cd, leggera pressione sul tasto play e si parte. Questosarà la mia piccola colonna sonora per tutta la prossima ora.

Il disco "fortunato" si chiama SEMPLICEMENTE. Una raccolta del 2002 dove si trovano le più belle e significative canzoni di questo magnifico artistista.
Ne seglierò una e ve la farò ascoltare, mettetevi comodi, sdraiatevi per qualche minuto sul vostro divano, mettete la testa sopra le vostre mani congiunte e chiudete gli occhi ... Ehi ! Non addormentatevi però, non mi piace ascoltare le canzoni da solo. 
Il brano fa parte dell'album "quello che voglio", secondo album Sanremese di Alex, dove il cantante si è subito contaraddistinto per la .sua voce particolare e l'originilatita dei testi. 
Peccato che ci ha lasciato, troppo presto, troppo "subito" ... ma evidentemente doveva andare cosi. 
Vi ho inserito le due copertine dei Cd, magari se vi troverete in Autogril durante un lungo viaggio e vi capiterà tra le mani ... compratelo, merita! Fidatevi.





Nella foto: Io a Poggiolo 1998






TITOLO: dimmi che ci sei 
CANTANTE: Alex Baroni
ANNO: 1998
CASA DISCOGRAFICA: BMG Ricordi
ALBUM: Quello che voglio

NOTE: Alessanro Guido Baroni (Milano 22 dicembre 1966 - Roma 13 Aprile 2012). 
CURIOSITA': Dopo la laurea in Chimica inizia ad affacciarsi alla musica entrando a far parte dei cori di cantanti affermati come Eros Ramazzotti che, da li a poco, gli produrrà anche il suo primo album.











Grazie per la compagnia, il disco è finito e quasi quasi mi è venuta fame ... vado ma mi raccomando, ascoltate un po di musica ogni tanto, non dimenticatevi mai di lei ... perché lei non si dimenticherà mai di voi, la troverete sempre negli archivi della vostra memoria fino alla fine del viaggio. 
Ciao
Paolo



lunedì 26 giugno 2017

Not Alone

Ecco ...  quella che vi propongo adesso è una canzone un po forte, una canzone che piega le gambe, sopratutto a chi, come me, ha vissuto e sta vivendo questo tipo di esperienza.
Una canzone interpretata e scritta da questo ragazzo di appena 15 anni. Il brano parla di sua nonna, la sua amata nonna colpita da questa maledetta malattia che cancella la memoria, questa malattia che porta un nome che spesso non riesco neppure a pronunciare. L'adolescente Harry ha scritto questa canzone il giorno dopo che sua nonna, per la prima volta non lo ha riconosciuto.
Non scrivo tanto alle persone che non hanno mai provato questa sensazione, ma a tutti quelli che purtroppo sanno di cosa sto parlando. 
Ogni giorno che passa, ogni volta che vado a trovare mia madre e la guardo negli occhi, ormai infossati e sempre più neri, tremo. Tremo per qualche secondo fino a quando non la vedo allungare le mani verso di me accennando un breve sorriso. Quel piccolo sorriso che mi fa capire che nella sua mente ancora esisto! Ma per quanto ... una scadenza senza data certa, una strada che si conosce l'arrivo ma s'ignora il percorso. 
La nonna del cantante ha 76 anni, mia madre qualche anno in meno, poco importa l'età, quello che veramente conta è starle vicino e dissetarsi di lei fino all'ultima goccia. Come quando d'estate hai sete e sgoli la tua bottiglia d'acqua fresca stritolandola tra le mani come fosse un frutto da spremere fino all'ultima goccia ... sono costretto a fermarmi, scusatemi ... ritorniamo alla canzone.
Vorrei citarvi alcuni passaggi del testo:
”E’ successo troppo in fretta, mi sembra tutto così strano. Non ho mai pensato che questo potesse accadere. Un battito di palpebre e tutto era cambiato”.
”Aprire gli occhi e dire ciao, aprire la mente e lasciare andare. “Dimmi in modo di prendere il telecomando, così da guardare il tuo programma preferito”.  “Arruffa i miei capelli, dimmi questo è sbagliato, dimmi se c’è del cioccolato nella tua borsa, che sono cresciuto, fammi capire che non sono solo”.

Vi avevo avvisato, questa canzone mette in ginocchio anche i pirati. 
Il video, è stato girato con l’operatore Kieran Hodges a Hyland House, vicino a casa sua. Avrebbe voluto far partecipare anche la nonna, ma purtroppo non è stato possibile.
Sotto al video il ragazzo invita a fare una donazione tramite un sito inglese che si occupa di raccogliere fondi, io vi invito a cercare qualche sito italiano, c'è l'imbarazzo della scelta.

Questa brano lo vorrei dedicare, oltre a mia madre, anche a mio nonno Gabriele. Il mio grande e potente nonno dagli occhi color mare, al gigante che non temeva nulla, alla Quercia piegata solo da un vento forte e gelido, il vento della memoria perduta. 


TITOLO: Not Alone
CANTANTE:  Harry Gardner
ANNO: 2016


Mamma come la vede lo specchio.


 Mamma come la vedono i miei occhi






IL VIDEO

Not Alone - Song for Alzheimers

giovedì 2 marzo 2017

Cinema

Potrei guardarti per una vita intera
Sei il mio film preferito
con mille finali
Tu significhi tutto per me
Non so come è venuto
Sono affascinato per sempre
Spero che tu smetta di correre
Perché io aspetterò per sempre
...
...
Inizia cosi, questa canzone. Meravigliosa poesia d'amore nei confronti di una passione fantastica: 
IL CINEMA 
Il cinema che fa sognare, piangere, urlare ... il cinema che fa riflettere e desiderare ... un grande amore; una grande storia; un'interminabile avventura.
A 15 anni mi guardai "Indiana jones e il tempio maledetto" per ben 3 volte di seguito.
Mi trovavo al teatro Gugliemi di Massa in compagnia di una ragazzina che mi faceva battere forte il cuore, fosse stato per me quel film lo avrei visto ad oltranza, ma purtroppo alla fine di tutte le proiezioni si è accesa definitivamente la luce portandosi via sogni e magie e soprattutto si portò via il coraggio di dirle quello che per 5 ore non riuscii a dirle.
Queste mie poche righe riportano a ricordare un altro episodio: nel 1981 quando al cinema "Mazzini", davanti alla stazione centrale, dopo una lunga ed estenuante settimana di documentari sull'esplorazione del corpo umano, soprattutto quello femminile, usavano proiettare filmettini leggeri per tutti.
Era la prima volta che avevo un appuntamento con una ragazzina al cinema da solo; biondissima e bellissima mi aspettava li, davanti alla biglietteria, immersa da una folla di ragazzini ubriachi di spensieratezza ed ansiosi di fare una scorpacciata di risate con il film in cartello: "Pierino contro tutti" dell'allora famosissimo attore Alvaro vitali.
Decisi di portarla in galleria, non mi fidavo delle poltroncine in platea, sicuramente bersaglio facile di "spermatozoi corsari" usciti dai documentari dei giorni precedenti. Scelsi la prima fila, posto centrale. 
Bene a questo punto i più curiosi si chiederanno: com'è andata con la fidanzatina? 
Un disastro, il film mi sconcentrava, ridevo continuamente, e quelle poche volte che riuscivo a stare serio per avventurarmi in un bacio, saltava fuori una battuta del film che ci costringeva a separarci. Niente da fare... mai andare con una ragazza al cinema quando c'è un film comico. 
Nelle due ore di proiezione sono solo riuscito a far scivolare "distrattamente" la mia mano dentro il pizzo bianco che decorava il girocollo della biancha maglietta intima di cotone.
Risultato? Un bello schiaffone ... risposi con un sorriso e una faccia buffa, per sdrammatizzare ... funzionò, almeno per un po di tempo. Poi com'è giusto che sia ognuno di noi fece la sua strada per vivere nuove esperienze. 
Delle volte penso che è un bene tenere i ricordi lontani dal presente, perché la nitidezza della realtà, potrebbe divorare l'incertezza del passato. 
Quante emozioni vissute durante la mia adolescenza, tante per quello che ero, poche per quello che sono.
Delle volte mi domando: chissà se i ragazzini di oggi provano le stesse emozioni che provavo io, forse a loro modo si ... almeno lo spero.

Oltre alla cover del disco ho trovato carino inserire anche le locandine dei film ai quali faccio riferimento.
Con la speranza di non avervi annoiato vi saluto, alla prossima canzone.


TITOLO: Cinema
CANTANTE: Jason Evigan
ANNO: 1992










Indiana Jones e il tempio maledetto
Regia di Steven Spielberg
Anno: 1984
Prodotto da George Lucas
Incasso USD 333 107 271 









Pierino contro tutti
Regia di Mariano Girolami
Anno: 1981
Prodotto da Cecilia Bigazzi
Incasso Lire 10.000.000.000 









Cinema (cover)

venerdì 17 febbraio 2017

Creep


Buongiorno amici di Radio Poggiolo,

in questo giorno, grigio come tanti altri giorni passati fino ad oggi, vi dedico questa "cover" . Ho scelto questa versione perché questa voce mi rilassa e poi trovo che questa ragazza sia molto brava.

Io sto aspettando un po di sole, sto aspettando qualche linea di luce. Così, giusto per vedere la strada. 
Non so voi ma in questo momento non ci sto capendo nulla. Come dite? Anche Colombo aveva dei dubbi poi ha scoperto l'America... Non sono sicuro se è stato un bene ... forse se fosse sbarcato in Alaska sarebbe stato meglio, oddio, magari ci sarebbero stati milioni di morti tra i Pinguini... ci pensate: un'intera generazione di pinguini dalle piume rosse cancellate dalla crosta glaciale del Polo dal famosissimo e "idiota" Genale Custer. 
Che amarezza, quando ero bambino, io e i miei amici di poggiolo abbiamo contribuito a sterminare centinaia d'indiani ... poveri soldatini, destinati alla sconfitta ancora prima di uscire dalla scatola. Potessi tornare indietro saprei come fare: circonderei il forte con centinaia di Sioux e metterei tutto a ferro e fuoco, salvando solo i cavalli e qualche cane meritevole. I gatti no, quelli tanto si sarebbero messi in salvo da soli. 
Questa parentesi mi ha fatto ritornare indietro nel tempo. Passavamo interi pomeriggi d'estate sdraiati sulla pancia a giocare sul lungo terrazzino sopra la segheria dove vivevano Mauro e Fabrizio. Ogni tanto arrivava il loro cane lupo "zanna" che si mangiava qualche soldatino ... quel bestione! Grande e nero. Malgrado lo conoscessi dalla nascita, senza di loro non mi azzardavo neppure ad avvicinarmi alle scale di casa. Infatti prima di andare mi affacciavo alla finestra (di rimpetto alla loro) e li chiamavo a gran voce. Ragazzi: "zanna" spesso "azzanna" ... Bhe, preferiva principalmente polli e galline, ma io non mi sono mai fidato .... soprattutto di notte. 
Che ricordi ... quattro ragazzini e un cane lupo che aspettavano sera sulle rive del fiume Frigido... potessi toccarli quei momenti, potessi sentire ancora il profumo del pelo bagnato di quel cane, l'odore dei rami spezzati, il sapore delle more rosse (con noi non facevano in tempo a diventare nere). Potessi ancora sentire il grido di Luisa che dalla finestra chiamava i suoi figli per la merenda. 
Potessi ancora allungare la mano dentro le sbarre del mio cancello e prendere un panino ripieno di sugo di carne caldo appena fatto da mia madre. Potessi ancora andare nella stanza di mia sorella per svegliarla con un bacio dopo il mio ritorno da scuola. 
Potessi ancora allungare il piede e cambiare canale alla TV.
Potessi ... ma non posso e in fondo è giusto cosi, l'acqua passata non disseta.
Godetevi questo magnifico brano e non pensate a quello che scrivo, non pensate a me e ai miei sogni, tanto quando mi sveglio svaniscono nel nulla, come sempre.





TITOLO: Creep
CANTANTE: Radiohead 
ANNO: 1992
CASA DISCOGRAFICA: EMI 

NOTE: Il testo è stato scritto da Thom Yorke mentre frequentava ancora l'università, le radio all'inizio non hanno trasmesso il pezzo definendolo troppo deprimente, 
A una domanda del perché il titolo "Creep" lui rispose che per lui era estremamente difficile essere un uomo degli anni novanta ...




When you were here before
Couldn’t look you in the eye 
You’re just like an angel 
Your skin makes me cry 
You float like a feather 
In a beautiful whirl 
I wish I was special 
You’re so fucking special