martedì 12 settembre 2017

Lo stambecco ferito

Buonasera amici, oggi vi racconto una canzone.
Bisogna naturalmente andare indietro nel tempo, bisogna, come sempre, ritornare a Poggiolo.
Erano i primi anni 80 quando qualcuno mi regala un oggetto meraviglioso e raro per quel periodo: un lettore cd da tavolo e portatile Philips D 6800/22. Tutti andavano in giro con il classico walkman, una decina di musicassette e una matita per avvolgere il nastro. A dire il vero non sono mai riuscito a fare molti km con il mio attrezzo, ci andavano ben 6 pile stilo che si consumavano alla velocità della luce. Poi non era facile trovare CD a buon prezzo.
Uno veramente riuscii a trovarlo, si trattava di Lilly, Antonello Venditti in qualità DDD. Qualcuno sa di cosa sto parlando, ma lasciamo i dati puramente tecnici per immergerci nella profondità della mia poltrona marrone in finta pelle.
Quando per la prima volta indossai le mie cuffie stereo e cliccai sul tastino Play, la perfezione del suono mi sconvolse. Riuscivo a distinguere molti strumenti, molti particolari che il mio scarso giradischi mi aveva sempre tenuto nascosto.
Per un lungo periodo di tempo la mia concentrazione era indirizzata soprattutto a quello, alla goduria del suono ma poi, piano piano, traccia dopo traccia Antonello mi ha battuto sulla spalla quasi come a dire: ehi ci sono pure le parole sai?
Certo caro Antonello, o Lello se preferisci ... alcune canzoni le conoscevo già come la stessa Lilly o Compagno di scuola. Erano tutte interessanti, capii velocemente che ogni testo non finiva dopo 4 minuti, ti rimbombava nella testa come un vento rivoluzionario che vuole sfondare la porta della tua adolescenza per portarti in piazza con una bandiera rossa e un pugno alzato verso il cielo. Già, ma io che ne potevo sapere di rivoluzione, di proletariato, di lotte polverose in piazza, di manganelli e sirene che squarciano i silenzi del mattino. Appena studente, con la testa piena di voglie primordiali che esigevano la priorità su tutta la mia mente.
Malgrado questo, malgrado la mia ignoranza, rimasi colpito dalla canzone più difficile da comprendere, la più dura.
Non lo so perché ma ne rimasi affascinato, la vivevo come un film, come un racconto di un saggio.
La immaginavo frame dopo frame, riuscivo a sentire persino gli odori.
Non vi nascondo che ci ho messo anni per apprezzarla a pieno, perché? Perché forse non era il momento. Allora cosa fu? Chiamatelo istinto, qualcosa che viene da dentro. Un po come fare l'amore, forse da ragazzi ne abbiamo fatto tanto ma è solo dopo che riusciamo a goderne pienamente  le sfumature e molto spesso una vita non basta
Siete curiosi di sapere qual è, vero? No? Non importa a questo punto devo svelarla ugualmente. Si tratta della traccia 6,  "lo stambecco ferito".
Ad ispirare questa canzone fu la storia di Felice Riva, rampollo arrivista degli anni sessanta. Il classico figlio di papà che brucia le tappe e tutto ciò che gli capita fra le mani. Dopo che il padre gli lascia le redini del suo impero lui esplode e sale vorticosamente la cima, diventando uno degli industriali più in vista di quel periodo. Aveva fabbriche, giornali, ed alto; migliaia di famiglie vivevano grazie alle sue industrie.
Ma la sua vita non fu così limpida e cristallina, un crack dopo l'altro, un disastro dopo l'altro lo costrinsero alla fuga a Beirut, inseguito inutilmente dalla Guardia di Finanza raggiunse il Libano dove, alla faccia dei poveri operai in disgrazia, visse una vita nel lusso, con figli a destra e a manca fino al 1982, quando scoppiò la guerra in Libano. Insomma niente di nuovo.
Bene in questa canzone Venditti parla di un bracconiere che da la caccia ad uno stambecco ferito.
Felice Riva rappresenta quello stambecco e il bracconiere rappresenta l'anima proletaria in cerca di vendetta. La polizia che lo insegue naturalmente raffigura lo Stato Italiano.
Questa canzone termina con un assolo (meraviglioso) di Piano intitolato "La morte del bracconiere" praticamente una canzone dentro la canzone, una storia dentro un'altra storia.
Il finale non è chiaro, lascia molto amaro in bocca, un sapore di piombo e sangue. Lo stesso sapore che impregnò gli anni 70.
Se c'è un cantante che può farti vivere quel periodo è proprio lui: Antonello Venditti, con la sua musica, con i suoi testi e soprattutto con la sua ineguagliabile voce crea un mondo da vivere, o meglio da rivivere.
Vi invito all'ascolto, iniziate la vostra caccia, oppure, se lo preferite iniziate a correre, chissà ... se non verrete catturati o uccisi potrebbe aspettarvi una vita da Re!

Nella foto la copertina dell'album, del mio Philips e di me .. qualche anno fa.
Grazie per l'attenzione e buon ascolto

Paolo 






TITOLO: Lo stambecco ferito
CANTANTE: Antonello Venditti 
ALBUM: Lilly 
ANNO: 1975
CASA DISCOGRAFICA: RCA italiana
NOTE: testi e musica di Antonello Venditti








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